Ho avuto il piacere e l’onore di conoscere il Maresciallo Leonardo Gentile poco dopo la mia assegnazione alla sede di Palermo quale Comandante Regionale. Venne tra i primissimi, nel mio ufficio per un saluto e per augurarmi il benvenuto in terra di Sicilia.
Una visita che di regola si articola secondo i canoni della cortesia e che, per questo, è breve e concisa.
In realtà, ricordo di essermi ritrovato seduto sul divano del mio ufficio ad ascoltare a lungo questo piccolo grande uomo dotato di una energia magnetica.
Come è stato correttamente scritto nell’introduzione del presente libro, dal curatore della pubblicazione, Leonardo Gentile è un uomo dall’aria mite. Questo egli trasmette all’interlocutore; mitezza d’animo.
E ciò comporta naturalmente una positiva disposizione nei suoi confronti. Poi, sin da subito, si nota nel suo sguardo il desiderio di parlare, di raccontare, di essere testimone di una vita spesa con passione.
E ciò induce, anzi, invoglia all’ascolto poiché si coglie, sin dalle prime battute, che Leonardo Gentile ha tanto da narrare. Quando parla della sua vita da finanziere o della sua vita privata.
Ciò che colpisce è la mancanza assoluta di vanità nel ricordare i mille episodi investigativi che lo hanno visto protagonista, l’assenza di qualsiasi forma di autocommiserazione nel ripercorrere eventi, anche tragici, della sua vita privata. Anzi, al contrario, c’è in lui solo il desiderio di mettere la sua esperienza al servizio del prossimo. Sia essa privata o correlata al lungo servizio prestato in giallo verde.
C’è in Leonardo Gentile una nobiltà d’animo, una serenità, una energia, una voglia di fare bene che gli appartengono per caratteristiche genetiche.
Così a quel primo incontro ne sono seguiti molti altri. Ed ogni volta c’è stato un qualcosa di nuovo, di mai ripetitivo su cui soffermarsi. Qualcosa da ascoltare con sincero interesse.
Direi che è grazie al suo sprone che in tempi rapidi abbiamo stipulato un protocollo di intesa in tema di donazioni del sangue, con un importante Ospedale della Città di Palermo, al fine di rendere in qualche modo protagonisti i finanzieri siciliani di questa fondamentale
funzione sociale.
Ciò è correlato a vicende personali e private vissute da Leonardo Gentile che lo hanno portato ad affrontare il peso quasi insostenibile della perdita di una giovane figlia affetta da talassemia. Un fatto tragico che è stato preceduto da un altro gravissimo lutto legato alla
perdita di un’altra figlia di soli 5 mbesi anch’essa ammalata. Da qui il suo impegno, scevro da autocommiserazioni o vittimismi, posto a favore di tutti. Da qui la sua incessante battaglia a favore della ricerca in quel preciso ambito.
Ma questo tema è affrontato in un’altra opera di Leonardo Gentile. In questa si narra, invece, del Finanziere. E delle tante avventure investigative connesse al fenomeno del contrabbando di sigarette.
Nella introduzione del volume “Un segugio a caccia di bionde” viene descritto molto bene il fenomeno del contrabbando e la funzione della G. di F. per il suo contrasto nel periodo storico che va dal secondo dopoguerra agli anni 80. Non mi dilungherò, pertanto, a
ripetere riferimenti che sono così bene stati espressi. Tuttavia, ritengo opportuno richiamare quanto il contrabbando di sigarette e l’operatività della Guardia di Finanza siano strettamente correlati, anche ai nostri giorni. È per tale motivo che ogni finanziere,
nel corso della sua carriera, si è in qualche modo imbattuto nei servizi di contrasto al contrabbando di “bionde”.
Per quanto mi riguarda ricordo che da giovane comandante della Tenenza di Mondragone, paese della provincia di Caserta posto sul litorale Domizio, ascoltavo i racconti dei miei uomini del Nucleo Mobile che mi parlavano dei lunghi appostamenti notturni sul litorale
in attesa dell’arrivo degli “scafi blu”, dei contrabbandieri, a volte personaggi folcloristici.
Ricordo il conseguente desiderio di uscire a pattugliare l’ampia circoscrizione nella speranza di uno sviluppo positivo di qualche informazione che ancora si riusciva a carpire. Ma quelli erano gli anni in cui il contrabbando aveva di fatto abbandonato il basso tirreno
per spostarsi verso le coste Pugliesi dell’adriatico e i risultati conseguiti seppur validi non furono poi in realtà epici.
Ho letto, pertanto, con grande interesse i tanti racconti scritti da Leonardo Gentile. Gli episodi numerosi da cui traspare la grande professionalità, l’abnegazione, l’acume investigativo, l’audacia e, non da ultimo, la grande umanità di questo valoroso militare.
L’effetto conseguente alla lettura è quello di una grande carica emotiva. Questi racconti stimolano, fanno venire la voglia di passare all’azione. Ritengo, quindi, che il libro potrebbe essere utilizzato come strumento di formazione nelle Scuole per i giovani finanzieri.
O comunque come utilissima lettura.
I racconti sono belli, interessanti, avvincenti, scritti in modo leggero e anche divertente e ognuno di essi consente grazie alla capacità evidente della narrazione, quasi di isualizzare l’azione.
Questa raccolta di brevi racconti mi ha ricordato, pertanto, nello stile, le raccolte di rapidi episodi investigativi del famoso Commissario Montalbano scritti dal Maestro Camilleri. Hanno la stessa forza descrittiva e quindi trasmettono una emotività immediata.
Con la differenza che qui il nostro eroe è vero e reale.
GENERALE DI DIVISIONE
Riccardo Rapanotti