Il Torneo di Wimbledon è il più antico e prestigioso evento nello sport del tennis. Giulio Bari, tennista di nascita, nel suo ultimo libro “Aspettando Wimbledon” edizioni ZAcco, va alla scoperta del passato per recuperare il ricordo che non va disperso. La sua storia ha inizio mentre attende il collegamento video con Londra per la finale di uno dei quattro tornei del Grand Slam che dovranno giocare Roger Federer e Novak Djokovic nel 2014. Dal mancato collegamento video, grazie al potere della scrittura di Giulio Bari, l'immaginazione ci darà dei collegamenti col tennis giocato con l'abbigliamento bianco dai Doerty Brothers, vincitori incontrastati nei primi del Novecento messi a confronto cl tennis di oggi. Con un linguaggio semplice e scorrevole racconta di Wimbledon tempio del tennis, del Club di Church Road con la statua di Fred Perry e del Central Court, con le sue antiche tradizioni.
“Sarà a questo punto che si svilupperà il sogno che l'autore sollecita alla sua racchetta preferita ormai dimenticata e appartenutagli quarant'anni prima – spiega nella prefazione del libro Vittorio Di Simone, esperto di organizzazione sportiva e marketing. - E così, Giulio Bari nel dialogo con i suoi cimeli appesi alla parete bianca, la Maxima Torneo de Luxe e la Wilson “Jack Kramer”, la Prince di colore rosa, inutilizzata anche lei sulla mensola del camino, Tip e Tap, le due palline bicolori, di sana pianta inventato con la sua abilità di mano e l'intelligenza del suo cuore, farà parlare le racchette e le palline, che per magia, si trasformeranno in cimeli parlanti”.
Giulio Bari, docente, tennista e adesso anche scrittore, riesce con accurata maestria a semplificare la leggenda di Wimbledon e del tennis, portato in Italia da un gruppo di inglesi che fondarono il primo circolo a Bordighera, denominato Bordighera Lawn Tennis Club. Ed è con questa sua appassionata semplicità che l’autore diventa poeta della memoria, ma anche poeta del tennis palermitano.
di Melinda Zacco