(18 febbraio 2015) – La Grande Guerra, che Benedetto XV definì “l’inutile strage”, ha lasciato un’insanabile ferita nella memoria collettiva degli italiani. Il numero dei morti durante il suo corso è stato impressionante, tantissimi gli edifici, i monumenti, le case rasi al suolo. Ricordare quell’evento tragico circa cent’anni dopo (il conflitto scoppiò nel 1914, ma l’Italia vi intervenne l’anno dopo) è doveroso.
Lo fa Melinda Zacco, giornalista e scrittrice palermitana, con un interessante, breve ma denso saggio divulgativo, Lampi di memoria. La Grande Guerra a Palermo. La Zacco, cultrice di Palermo, ha al suo attivo diverse pubblicazioni sul capoluogo dell’isola, sulla sua storia, su episodi e figure della città; pubblicazioni che alla ricostruzione di fatti del passato accompagnano aneddoti e curiosità accattivanti. Anche in Lampi di memoria. La grande guerra a Palermo la Zacco, pur affrontando uno squarcio della storia fondamentale e tragico, conferma il gusto per la narrazione seducente, di una narrazione cioè che, senza mai risultare pedante e noiosa, coglie aspetti e particolari che stimolano il piacere della lettura.
Il libro della Zacco si apre con un’illustrazione sintetica della Prima Guerra Mondiale, fornendo dati dolorosamente eclatanti: «Tra il 1914 e il 1918 furono uccisi circa 9 milioni di uomini e circa 30 milioni furono gravemente feriti. Dalla parte italiana caddero oltre 16.800 ufficiali e 570.000 soldati». Dopo si sofferma sulla Sicilia e su Palermo. Vengono ricordate figure di rilievo protagoniste e vittime della Grande Guerra, come ad esempio il generale Antonino Cascino, cui è intestata la caserma militare di Palermo. La Zacco, sempre alla ricerca di “chicche”, è riuscita a scovare una lettera che Arturo Toscanini scrisse al figlio in cui è citato Cascino: «Venerdì 24 fui chiamato dal generale Cascino di portarmi la mattina seguente sul Monte Santo fresco conquistato… Abbiamo suonato in faccia agli austriaci e cantato l’inno nazionale».
I soldati siciliani – ci ricorda Melinda Zacco – si distinsero in quella guerra per la loro disciplina, tenacia e resistenza al freddo. Lo testimoniano anche alcune lettere, assai toccanti, riportate nel libro dalle quali emergono, accanto all’atrocità della guerra e ai forti legami familiari, la fede nella patria. In una di esse si legge: «Farò il mio dovere sino all’ultimo».
Particolarmente interessante è il capitolo dedicato al ruolo delle donne durante il conflitto. Da “angeli del focolare domestico” le donne diventano protagoniste della vita economia e sociale. In assenza dei padri e dei mariti impegnati sul fronte, le donne sono costrette a seguire le questioni burocratiche, gli affari legali di famiglia, a provvedere agli acquisti e alle vendite dei prodotti agricoli. Tante di esse, inoltre, si prodigano con la Croce Rossa in interventi di assistenza e di soccorso. Né mancano nobil donne palermitane che recitano nel contesto bellico un ruolo di primo piano: Annetta Tasca Bordonaro, che nel 1916 finanziò la costruzione del più grande ospedale dell’isola, Giulia Florio, promotrice di tante iniziative umanitarie.
Il libro della Zacco non dimentica l’aristocrazia palermitana coinvolta nella guerra, talvolta protagonista di gesti eroici. Non era un eroe, ma fu costretto a vivere i disagi e le sofferenze della guerra, Giuseppe Tomasi di Lampedusa a cui la madre scriveva: «Investiga e cerca tutti i modi per ingannare la legge».
Da giornalista, Melinda Zacco si ricorda e ci ricorda i tanti martiri siciliani della carta stampata: Nino Florio Caravaglios, Ettore D’Agata del Giornale dell’Isola di Catania, Salvatore De Rosa del Giornale di Sicilia, Roberto Marciano dell’Ora, il quotidiano dei Florio, tra gli altri.
Documentata è, infine, la panoramica, corredata di illustrazioni, degli edifici, dei monumenti e delle lapidi di Palermo dedicati ai caduti in guerra.
Il libro della Zacco sarà presentato il 27 febbraio (ore 18) all’Auditorium della Rai di Palermo; tra i relatori Adelfio Elio Cardinale, Manlio Corselli, Luciana Pitini Vincenti, moderatore Salvatore Cusimano.